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“Piano anticrisi 2009”: fra finanziamenti mai dichiarati e cavilli contro i contribuenti.

“Piano anticrisi 2009”: fra finanziamenti mai dichiarati e cavilli contro i contribuenti.

Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 03/07/2009 18:24:59

 

Completamente assorbiti dalle vicende quotidiane nazionali ed internazionali, l'attenzione è totalmente condizionata dagli acacdimenti. Un giorno un disastro. Un giorno un altro. E poi le guerre internazionali. I fatti e misfatti nazionali. Ce n'è di che pensare, riflettere e parlare per una vita intera.
 

Parallelamente, esiste un mondo che pochi conoscono nel dettaglio. Un mondo ad esempio fatto di normative, che pochi o nessuno conoscono. Gli stessi avvocati, non pensiate che stiano li a studiare norme, decreti ed emendamenti: lo fanno nel caso in cui siano chiamati a rappresentare un caso specifico relativo a questa o quella normativa. E spesso, le Leggi da prendere in considerazione sono diverse per lo stesso caso giudiziario.

Eppure, conoscere il contenuto di Decreti e Norme varie, dovrebbe essere sia un Dovere che un Diritto dei Cittadini. Perché è vero che se da un lato esistono elementi costituzionali che si prendono l'onere di scandagliare e conoscere il tema, dall'altro c'è una Massa di notevoli proporzioni che non ha la benché minima idea di cosa sia una Legge specifica e quale sia il suo contenuto. Per lo più, ci si limita a conoscerne il titolo. E questo sembra essere il tanto che basta a poter dire "so di cosa si tratta".
 
Nulla di più sbagliato. Poche persone nel nostro Paese sanno ad esempio cosa siano le "Leggi contenitore". Ebbene, sono quelle Leggi specifiche ma ad ampio raggio, all'interno del quale vengono immessi qua e la, articoli che magari sono attinenti per canale generale ma che poco hanno a che vedere con il proponimento intrinseco della stessa Legge.
 
Un esempio recente. La Legge 2/2009 è ciò che tutti conosciamo come "Piano anticrisi". All'interno un notevole contenuto di articoli e commi, tutti più o meno relativi a come fronteggiare la crisi economica in special modo – così viene divulgata – per sostenere le famiglie.
 
Con la lettura approfondita della Legge 2/2009, possiamo quindi apprendere come il Governo stabilisca di apportare flussi economici laddove si individuino carenze e criticità maggiori. Si pianificano operazioni attraverso cui poter evincere trance di denaro in special modo per quanto riguarda i bilanci pubblici. Ed in effetti, per molti aspetti sembra che nulla sia lasciato senza possibilità di risoluzione.
 
Si apprendono addirittura strategie a supporto delle famiglie che però – all'atto pratico – nessuno conosce, perché nessuno le dice. Sapevate ad esempio che grazie ad una modifica del decreto N° 185 del 2008 intitolato "Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro occupazione, impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale al "piano anticrisi" riaccorpata nella Legge di conversione N° 2/2009, è stato istituito un fondo per favorire l'accesso al credito delle famiglie con nuovi nati o bambini adottati? E che questo fondo, a partire da Gennaio 2009 sarebbe di 25 milioni di euro per ognuno degli anni 2009/2010/2011?
 
Nessuno ne sa nulla. Eppure, l'evidenza dei fatti che possono da tutti esser letti nella Legge in questione, parla di "fondi finalizzati  al rilascio di garanzie  dirette,  anche  fidejussorie,  alle  banche  e  agli intermediari finanziari" Come dire: lo Stato si fa garante, con un fondo creato ad hoc, per consentire alle famiglie con un nuovo nato o che abbiamo potuto accedere all'adozione di un bambino, di accedere al credito bancario anche nel caso in cui non si sia in possesso di garanzie da presentare alle banche.
 
Altro articolo di sicuro interesse per molti il N° 17 sempre della Legge 2/2009: "Incentivi per il rientro in Italia di docenti e ricercatori scientifici residenti all'Estero". In pratica, il tanto desiderato "rientro di cervelli" nel nostro Paese. Nessuno ha palesato questa pur meritevole intenzione. Nessuno che si sappia abbia potuto accedere a questi incentivi per tornare a lavorare in Italia, dopo aver dovuto scegliere di portare la propria preparazione scientifica all'estero, ove gli stipendi sono di gran lunga al di sopra delle migliori aspettative italiane.
 
Nulla. Silenzio anche in questo caso. L'informazione tace. Sia da parte delle Istituzione, sia – e forse ancor più – da parte dei Media, che hanno altro su cui dibattere ed argomentare, a quanto sembra. E nel momento esatto in cui qualche buona notizia ed approfondite spiegazioni potrebbero risollevare il morale di molti, si preferisce parlare genericamente del "Piano anticrisi" all'interno del quale, ognuno può solo immaginare quel che vuole. Ed ogni personaggio Politico, sbandierarne le peculiarità a seconda del momento e delle questioni contingenti.
 
Ma tenetevi forte, perché oltre a contenere misure per una sorta di risanamento dell'economia in quasi bancarotta del nostro Paese, ecco che le regole diaboliche delle "leggi contenitore" non tardano a presentarsi. E' necessaria un'attenta lettura di ogni articolo e comma, per giungere a quello che, più che sostegno alle famiglie appare palesemente come una mazzata in testa a tutti i cittadini.
 
L'articolo incriminato è relativo alle tristemente famose "riscossione dei tributi" di cui tutti più o meno si conoscono gli effetti: "cartelle pazze" è una parte scomoda della storia della nostra nazione. Ebbene, avreste mai immaginato che, all'articolo 32 comma 7/a del "Piano anticrisi 2009" il Governo decida di immettere una riga. Una sola riga che d'un colpo riduce il piccolo contribuente ancor più vittima di vessazioni terribili da parte dell'impresa a partecipazione statale che si occupa del recupero dei crediti pubblici, la famosa Equitalia s.p.a? Ebbene si, l'ha fatto. La riga incriminata è questa:
 
- "a) il limite di importo di cui all'articolo 76, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e' ridotto a cinquemila euro"
 
Sapete cosa significa? Che prima del "Piano anticrisi 2009" l'agenzia preposta per il recupero dei crediti pubblici, poteva operare addirittura immettendo in ipoteca il vostro immobile se il vostro dare era pari o superiore agli ottomila euro. Ed ancora oggi, sono tanti i casi in cui ciò è avvenuto per somme di molto inferiori. Con questo "articoletto" messo li, quasi per caso, si stabilisce che l'immissione in ipoteca dell'immobile possa essere effettuato a partire da cinquemila euro. Una bella stangata, non c'è che dire.
 

La motivazione di questa ennesima vessazione nei confronti dei piccoli contribuenti? Alcune cause giudiziarie che hanno visto la condanna di Equitalia s.p.a. che ha dovuto in alcuni casi pagare persino i danni morali ad alcuni contribuenti. Ecco quindi che si decide subito di "migliorare" l'azione del recupero. Come dire: "Pensavate di aver vinto? Nemmeno per sogno. Noi abbassiamo il tetto…" Forse anche questo, per chi amministra il nostro Paese, è un'azione da "piano anticrisi". Si, ma a favore dello Stato. …ancora una volta.

 

 


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